Iren protagonista nella transizione energetica
Quali saranno i driver dei mercati per l'autunno? Il principale sarà il consolidamento della crescita macro sopra il potenziale, grazie al sostegno prodotto dal decumulo dei risparmi precauzionali accumulati nella fase di incertezza e che si tradurrà in una dinamica virtuosa di consumi e investimenti. Gli utili aziendali ne beneficeranno supportando i mercati azionari. Come condizionerà ancora i listini la pandemia? La differente velocità delle campagne vaccinali rende asincrona la ripresa sui vari listini: nei paesi con i tassi più elevati di penetrazione vaccinale, si è rotto il circolo vizioso tra contagi e ospedalizzazioni, in passato causa delle chiusure. Cosa è cambiato nel mercato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno? Un anno fa non avevamo certezze sui vaccini né conferme del consolidamento di una graduale ripresa. L'unica certezza era l'impegno assoluto dei policy-maker attraverso strumenti eccezionali di politica economica, fiscali e monetari, che evitassero danni permanenti. Oggi siamo in un nuovo ciclo economico guidato da grandi trasformazioni strutturali, come la digitalizzatone e la transizione energetica, rese possibili da ingenti investimenti pubblici e privati, in un quadro finanziario accomodante. Il "cigno nero" è "addomesticato", almeno nei principali paesi sviluppati e in Cina. La ripresa è solida e duratura. Le incognite che teme di più? Covid a parte, bisogna concentrarsi sull'inflazione e sulla dinamica delle relazioni Usa-Cina: variabili che potrebbero avere un impatto significativo sui mercati, anche se con bassa probabilità di una rapida escalation. L'uscita dalla pandemia ha generato squilibri temporanei tra domanda e offerta, con l'incremento dei prezzi di materie prime e produzione che impatteranno sui prezzi al consumo. In assenza di un'accelerazione dei salari superiore alla crescita della produttività, il rischio di una spirale inflattiva persistente rimarrà comunque contenuto. Centrale nel prossimo decennio sarà la contesa Usa-Cina sulla leadership economica, finanziaria, tecnologica e militare. Che strategia adotterete per i prossimi mesi? Favoriamo gli asset finanziari più rischiosi. La reflazione porterà alla sóvra-performance dei mercati azionari rispetto al reddito fisso. Abbiamo una view negativa sul comparto governativo europeo core mentre per ragioni di diversificazione e protezione dei portafogli restiamo neutrali sui titoli governativi Usa. Guardiamo con favore alle fonti di carry più elevato, come il debito dei mercati emergenti, in un quadro in cui le obbligazioni societarie beneficeranno del supporto delle banche centrali. È successo qualcosa che potrebbe modificare l'atteggiamento delle banche centrali? I target ufficiali di inflazione, della Fed in primis, saranno temporaneamente superati. In generale assisteremo a una normalizzazione delle politiche monetarie, anche se verrà attuata lentamente dalle diverse banche centrali per evitare scossoni, favorendo la ripresa del mercato del lavoro. Negli Usa è probabile che a fine estate venga delineato il percorso del "tapering", la limatura degli acquisti fino al loro azzeramento, che potrebbe partire nel primo trimestre 2022 per almeno un anno. Nell'area Euro la Bce è alla prima revisione della sua strategia dal 2003. Affrancandosi dal retaggio "hawkish" della Bundesbank, il Governing Council ha sancito la simmetria del suo obiettivo di inflazione al 2%, che significa tolleranza per fluttuazioni al di sopra di quella soglia, margini di manovra più ampi e tassi bassi più a lungo. Quail sono i settori che hanno esaurito la corsa e quail, invece, che contano ancora su un potenziale dl crescita? Qual è la vostra esposizione geografica? Preferiamo l'equity delle geografie e dei settori più ciclici (Europa, Giappone, mercati emergenti, Cina in particolare); come settori, íl finanziario e l'energy. Preferiamo lo stile Value rispetto al Growth. Siete positivi sull'Italia? Siamo molto positivi sull'azionario italiano. II Pnnr è un'opportunità storica. L'attuazione di nuove riforme attirerà investimenti privati domestici ed esteri accanto a quelli pubblici. Ciò determinerà un aumento del tasso di crescita potenziale dell'economia, dallo 0,6% attuale all'1,5%. Solo così potremo ripagare il debito. Le aziende più interessanti? Il nostro processo di ricerca fondamentale è basato su: analisi della sostenibilità dei modelli di business e settoriali; due diligence sul management e sulla strategia aziendale; valutazioni. I primi tre titoli attualmente inclusi nella nostra strategia attiva e accomunati da valutazioni attraenti, solidità di bilancio e prospettive di crescita, sono: Stellantis, per la sua valutazione a sconto rispetto ai peers e per circa €5mld di sinergie di costo che ne sosterranno gli utili; la holding Atlantia, per la sua posizione finanziaria positiva che favorirà nuovi investimenti così come la distribuzione di dividendi e nuovi buyback; Iren, protagonista nel processo di transizione energetica, caratterizzata da un business mix difensivo ed elevata generazione di cassa.
Articolo di Isabella Della Valle, Il Sole 24 Ore Plus 24, 28 agosto 2021