TENDENZE DI MERCATO CHE PASSANO DAGLI ISTITUZIONALI AL RETAIL
L’industria dell’asset management è in continua evoluzione, abbiamo assistito negli ultimi anni a diversi trend che si sono sviluppati dal mercato istituzionale, per poi riflettersi, successivamente, sulla clientela retail.
L’utilizzo della gestione passiva nell’asset allocation strategica, i mercati privati o i fondi tematici sono solo alcuni esempi di come siano cambiate le esigenze degli investitori nel tempo e come abbiano trovato una risposta immediata da parte dell’offerta. Ne abbiamo discusso nell’ultima parte della tavola rotonda virtuale con Vanguard e i ceo di quattro SGR italiane. La necessità di ottimizzare i costi del portafoglio ha rafforzato la presenza di strumenti passivi con un ruolo core all’interno dell’asset allocation degli investitori. “Ora un nostro canale di crescita importante per noi è nella distribuzione”, ha affermato Simone Rosti, responsabile di Vanguard Italia. “È cresciuto l’uso di ETF e fondi indicizzati da parte dei consulenti finanziari, sia attraverso l’advisory a parcella, che indirettamente sotto forma di gestioni patrimoniali e polizze assicurative”, aggiunge. Ciò migliora l’efficienza del mercato delle reti. Il mercato italiano è l’unico a non avere SGR domestiche che offrano prodotti passivi, per questo motivo diventa sempre più essenziale l’attivazione di partnership con provider esteri. BancoPosta fondi SGR conferma che la gestione passiva e i prodotti con basso tracking error sono diventati un pilastro importante all’interno della costruzione dei portafogli, perché consentono di ottenere pay-off interessanti grazie ai loro costi inferiori, conferendo maggiore flessibilità al gestore. Anche per Gianluca Serafini, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram AM SGR, l’offerta ampia e diversificata dei passivi, consente di personalizzare i servizi attraverso una piattaforma ad architettura aperta. La ricerca di fonti alternative di rendimento per diversificare i portafogli è una priorità degli ultimi anni per gli investitori, che devono fare i conti con prolungati bassi tassi di interesse. Per ovviare a una tale esigenza gli investitori istituzionali hanno cominciato a guardare con interesse ai mercati privati, sia del debito che azionari, una tendenza che sta prendendo piede anche tra gli investitori retail con patrimoni più elevati. Gli investitori retail, come gli istituzionali, vogliono contribuire alla ripresa dell’economia italiana, e iniziano, quindi, a domandare prodotti alternativi illiquidi per partecipare ad una serie di riforme nazionali ed europee in atto. “Non mancano però i rischi legati a questi investimenti, soprattutto per un cliente non abituato ad avere investimenti poco liquidi”, fa notare Emilio Franco, CEO di Mediobanca SGR. “È importante che le reti siano formate su come spiegare tali rischi di illiquidità ai clienti, bisogna quindi investire su questo aspetto”, aggiunge. Un’altra soluzione è quella di delegare a gestori terzi che abbiano una expertise e un lungo track record su queste tipologie di strategie. Gli alternativi illiquidi sono un’asset class a cui guarda con interesse anche BancoPosta fondi SGR, sebbene siano tenuti al margine, solo per una determinata categoria di clientela, tenuto conto della complessità del liquidity risk. A favorire una tale ascesa è stato il legislatore stesso che ha previsto dei benefici fiscali per coloro che investono nelle PMI del Paese. Ma il focus rimane sempre la tutela del reputational risk, come sostiene Gianluca Serafini di Fideuram AM SGR. “Per tale ragione selezioniamo sempre i migliori partner sulle asset class illiquide, prevediamo dei tagli minimi degli investimenti pari a 100.000 euro, e li riserviamo ai clienti che hanno deciso di destinare una parte definita del proprio patrimonio a questa tipologia di asset”, dichiara l’amministratore delegato. “I capitali privati, da un lato consentono la diversificazioni dei patrimoni più grandi, dall’altro possono rappresentare un booster per il rilancio del tessuto economico del Paese, sebbene la domanda retail sia ancora inferiore rispetto all’offerta. Complice l’approccio storico del risparmiatore che lo porta a privilegiare investimenti liquidi e tradizionali. In quest’ambito anche l’Asset Manager può avere un ruolo fondamentale nel fare cultura e informazione con il coinvolgimento delle reti”, conclude Alessandro Marchesin, CEO di Sella SGR.
Articolo di Giovanna Vagali, Funds People, 29 giugno 2021